dal Credito Cooperativo
06/05/2022
La crisi in Ucraina. Risposte cooperative

Mentre questo numero della rivista viene chiuso, la notizia che la guerra - con la deflagrazione della crisi tra Russia e Ucraina - è tornata nel centro dell’Europa a trent’anni dal conflitto nei Paesi che costituivano la ex-Jugo- slavia e dopo oltre settant’anni dalla conclusione del secondo conflitto mondiale. Proprio nel momento in cui il mon- do intero, con fatica, sembrava lasciarsi alle spalle un difficilissimo e luttuoso biennio di pandemia.
L’invasione russa in Ucraina è un evento drammatico, dalle conseguenze imprevedibili non solo per gli equilibri poli- tici ed economici mondiali, ma anche per la stessa idea di Europa. Oggi si sconta la mancanza di una politica estera comune, di un esercito comune, di una politica energetica comune. Lo ricordava spesso il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, al quale in questo numero vogliamo dedicare un ricordo non rituale che, nella nuova fase geo- politica avviatasi nell’Europa dell’Est assume un significato particolare.

l balzo in avanti compiuto dal Progetto europeo con la gestione della pandemia richiede oggi un ulteriore slancio.

A patto però che il processo di progressiva costruzione dell’Unione Europea non inciampi in filosofie regolamentari come quelle dell’Unione Bancaria. Lo evidenzia in un’intervista che riportiamo nelle pagine interne, Carlo Cotta- relli, Direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e già econo- mista del Fondo Monetario Internazionale. Interessante il suo punto di vista: il contributo delle banche di comunità nell’attuale contesto di difficile ripresa economica è insostituibile. Ma occorre giungere, quanto prima, ad una effetti- va applicazione del principio di proporzionalità della normativa bancaria europea, alleggerendo oneri eccessivi in ter- mini organizzativi e di compliance per banche che non sono significant sotto il profilo della rischiosità.

Sul versante interno, non possiamo non registrare con favore le importanti modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana che inserisce tra le tutele primarie della Repubblica anche la difesa dell’ambiente, della biodi- versità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. In particolare, come vedremo nelle pagine in- terne, la previsione del principio secondo il quale l’iniziativa economica non potrà svolgersi in contrasto con l’utilità sociale e la dignità umana conferma il cammino del nostro Paese, la sua crescita culturale e sociale ed il riconoscimen- to di quanti, ai diversi livelli – non da ultime le banche cooperative di comunità - si sono impegnati da sempre per una società ed una economia attente ai bisogni reali delle persone e per una “ecologia integrale”.

In questo numero di “Credito Cooperativo” uno spazio particolare abbiamo voluto dedicarlo allo sviluppo degli inve- stimenti ESG (Environmental, Social e Governance) che vedono coinvolto il sistema bancario e finanziario in un con- testo normativo ancora in evoluzione, soprattutto per la definizione della cd. “tassonomia” (uniformità di classificazio- ni). In questo contesto va chiarito ed approfondito l’impatto che la materia può avere sulle BCC in termini di oneri di compliance. Un’esperienza da conoscere è quella messa in campo dal nostro Fondo di Garanzia dei Depositanti che dal- lo scorso anno ha fissato proprie regole di policy circa gli investimenti (vincolati a precisi requisiti di sostenibilità) del- la dotazione finanziaria conferita dalle BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen consorziate.

Le BCC restano fortemente impegnate nel sostenere la fase di ripresa post pandemica e per contribuire al migliore utilizzo, sui territori, delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Soprattutto, è ulteriormente confermato – come evidenziamo ancora nelle pagine interne – l’eccezionale contributo dato dalla cooperazione di credito al finan- ziamento del tessuto imprenditoriale italiano: nel 2021, ancora in piena pandemia, i finanziamenti netti alle imprese da parte delle nostre banche sono stati 76,5 miliardi, circa 2,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Un trend che non ha invertito la rotta – soprattutto a favore dei settori a maggiore intensità di lavoro - anche nella fase più dura della pan- demia, quando il resto dell’industria bancaria ha invece fatto segnare un sensibile rallentamento dei flussi di credito.

Creedito Cooperativo n.10-2021